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IO, PERCHÉ GLIEL’HO LASCIATO FARE?

Questo è l’interrogativo che molte donne si pongono dopo, soltanto e purtroppo dopo.

Io, perché gliel’ho lasciato fare? Storie di donne col viso segnato dalla loro ingenuità, sorprese dalla inaspettata ferocia dei propri compagni. Donne che in vita non hanno parlato e che hanno passato la vita dietro una persiana semi chiusa celando una sottile sofferenza perpetuata quotidianamente, con soprusi e negazioni.

“Sono fidanzate, mogli, ex mogli, sorelle, figlie, che non sono state alle regole imposte dalla nostra strana civiltà, per questo hanno pagato  duramente la disubbidienza.”

Ci raccontano, col distacco del “già accaduto”, le violenze subite nel quotidiano vivere, con drammaticità e a volte con ironia.

Donne che si incontrano in un luogo non definito, che arrivano da lontano, accomunate dallo stesso acerbo destino di violenza, troppo facile da accadere e troppo tollerato.

Messo in un luogo della memoria, troppo lontano per poter essere vessillo che testimonia nelle coscienze le aberrazioni che si ripetono come una litania senza fine, giorno, dopo giorno.

Con questa azione teatrale vogliamo dare voce, eco costante con un sussurro che si distingue dal vociare caotico in cui siamo avvolti per spingerci a far venire a galla un moto, per interrompere questa spirale…

 

Regia: Antonio Basilisco

Con : Nadia Pedrazzini e Marianna Esposito

 

TECNICHE UTILIZZATE: Teatro d’attore, danza.

DURATA SPETTACOLO: 70 minuti

RAPPRESENTABILE IN:  Spazio scenico m 5x5 ; Carico luci 10 kw ; Montaggio 2 ore; Smontaggio 2 ore

 

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